Scritto da Presidente www.piccolicentrieuropei.com
Monday 30 March 2009
Il dibattito politico nazionale ha il dovere di aprire una seria riflessione sul ruolo dei Comuni in Italia. Il sistema delle municipalità è oggi ingessato e per certi versi superato e molto spesso ostacolo insormontabile per lo sviluppo locale e nazionale. E’ questa la sintesi della discussione on-line tenuta dal Coordinamento Nazionale Piccoli Comuni sulla municipalità come risposta alla crisi economica. “Il Parlamento italiano, il Governo , i partititi politici e le forze sociali sono chiamati ad accendere un riflettore sul ruolo giocato dai Comuni nel nostro Paese - attacca il Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano – Le nostre municipalità sono vecchie, pigre e poco disponibili ai rischi dell’innovazione. Abbiamo una burocrazia lenta, superata e nello stesso tempo antagonista delle politica. I nostri amministratori - il giudizio impietoso di Caivano - sono tra i meno preparati a livello europeo come dimostrano tutti gli studi fatti in questo campo. Il Comune – l’accusa durissima del Portavoce di Piccoli Comuni – è visto come un moltiplicatore di progetti e appalti, come un luogo di spesa fine a se stessa e i cittadini semplici clienti. I Consigli Comunali, un tempo luogo della partecipazione democratica, sono ormai ridotti a semplici spazi notarili nel più assoluto deserto partecipativo. Le nostre istituzioni locali sono ormai prede delle fameliche lobby dei tecnici e del cemento a totale discapito degli stessi cittadini contribuenti. Occorre una grande riforma delle autonomie locali che rimetta al centro i cittadini, la partecipazione e soprattutto il senso delle responsabilità. Gli amministratori, anche grazie all’assenza di controlli severi, vivono una condizione di totale delirio di onnipotenza. In Italia i Comuni sono oltre ottomila e possono dare,nella misura in cui verranno rinnovati quella spinta necessaria al Paese per avere un futuro. Molti – conclude il leader di Piccoli Comuni - dimenticano che tutte le grandi proposte alla fine passano praticamente per i piccoli come per i grandi Comuni,che possono fare molto e nulla”……
Monday 30 March 2009
Il dibattito politico nazionale ha il dovere di aprire una seria riflessione sul ruolo dei Comuni in Italia. Il sistema delle municipalità è oggi ingessato e per certi versi superato e molto spesso ostacolo insormontabile per lo sviluppo locale e nazionale. E’ questa la sintesi della discussione on-line tenuta dal Coordinamento Nazionale Piccoli Comuni sulla municipalità come risposta alla crisi economica. “Il Parlamento italiano, il Governo , i partititi politici e le forze sociali sono chiamati ad accendere un riflettore sul ruolo giocato dai Comuni nel nostro Paese - attacca il Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano – Le nostre municipalità sono vecchie, pigre e poco disponibili ai rischi dell’innovazione. Abbiamo una burocrazia lenta, superata e nello stesso tempo antagonista delle politica. I nostri amministratori - il giudizio impietoso di Caivano - sono tra i meno preparati a livello europeo come dimostrano tutti gli studi fatti in questo campo. Il Comune – l’accusa durissima del Portavoce di Piccoli Comuni – è visto come un moltiplicatore di progetti e appalti, come un luogo di spesa fine a se stessa e i cittadini semplici clienti. I Consigli Comunali, un tempo luogo della partecipazione democratica, sono ormai ridotti a semplici spazi notarili nel più assoluto deserto partecipativo. Le nostre istituzioni locali sono ormai prede delle fameliche lobby dei tecnici e del cemento a totale discapito degli stessi cittadini contribuenti. Occorre una grande riforma delle autonomie locali che rimetta al centro i cittadini, la partecipazione e soprattutto il senso delle responsabilità. Gli amministratori, anche grazie all’assenza di controlli severi, vivono una condizione di totale delirio di onnipotenza. In Italia i Comuni sono oltre ottomila e possono dare,nella misura in cui verranno rinnovati quella spinta necessaria al Paese per avere un futuro. Molti – conclude il leader di Piccoli Comuni - dimenticano che tutte le grandi proposte alla fine passano praticamente per i piccoli come per i grandi Comuni,che possono fare molto e nulla”……
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