martedì 12 luglio 2011

Autostrada Castelfranco-Trento per affiancare la Valsugana

“Da anni cerchiamo di risolvere il problema della stretta di Carpanè – dice Luca Ferazzoli della comunità montana del Brenta – sentir parlare di autostrada non è piacevole”


di Gianni Celi

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Mano a mano che passano i mesi prende sempre più consistenza l’ipotesi di un’autostrada che unisca Trento alla futura Pedemontana veneta. I trentini, al riguardo, hanno idee chiare. Il vicepresidente della Comunità montana della Valsugana, nonché assessore alla mobilità, Carlo Ganarin, di recente, è stato esplicito parlando con favore di questa ipotesi che libererebbe la Valsugana dal traffico che attualmente la sta soffocando, grazie ad una serie interminabile di gallerie. Già si parla di quali sarebbero i caselli possibili in Valle e cioè Grigno, Villa Agnedo, Borgo e

Autostrada Castelfranco-Trento per affiancare la V

Autostrada Castelfranco-Trento per affiancare la V (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Levico. E questa ipotesi si fa sempre più largo, a fronte di scelte fatte in terra veneta che, a detta degli amministratori della vicina Provincia, sono già consolidate. Il vicepresidente della Provincia di Trento, nonché assessore ai lavori pubblici, all’ambiente e ai trasporti, Alberto Pacher[a des.], in una recente dichiarazione alla stampa locale ha detto testualmente che «alla procedura di appalto della Valsugana est non manca molto» e che «è stato scelto, in Veneto, il collegamento da Castelfranco a Cismon del Grappa». Più chiaro di così si muore. In poche parole, giusto per farsi capire da quanti non masticano la politica, fra Veneto e Trentino si sta affinando un accordo per un’autostrada, o superstrada a pagamento che dir si voglia, la quale unisca la futura Spv al nord Italia. L’assessore Pacher, contrario alla Valdastico, sostiene che «non risolverebbe i problemi del traffico lungo la statale 47», parla di un aumento del traffico, con l’arrivo della Pedemontana Veneta, piuttosto consistente. C’è chi dice che dagli attuali quarantamila veicoli giornalieri si potrebbe arrivare a sessantamila. Questo è il motivo per cui la Giunta provinciale trentina sta valutando con grande attenzione l’ipotesi di un’autostrada-superstrada, Autostrada Castelfranco-Trento per affiancare la V (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)in larga parte interrata, al fine di evitare che l’apertura della tratta veneta trovi impreparati i vicini amministratori. A fronte di queste notizie si capisce molto bene il perché di questo lungo silenzio da parte della Regione Veneto al riguardo di quel progetto di finanza che, inizialmente, doveva servire a coprire il tratto fra Pian dei Zocchi e Pove. Se i tecnici avessero dovuto analizzare quei cinque progetti, presentati oltre un anno e mezzo fa e tutti relativi ad una dozzina di chilometri, avrebbero già tratto le loro conclusioni. Ma l’attesa, che sta esasperando gli amministratori della Valle, dimostra, accanto alle dichiarazioni dei trentini, che il problema è un altro. Abbiamo avuto modo più volte, tra l’altro, di spiegare che un progetto di finanza di dodici chilometri, per l’ottanta per cento in galleria, avrebbe avuto poco senso per le ditte interessate all’appalto dei lavori. Il pedaggio da richiedere sarebbe stato troppo elevato per una tratta così breve. Ha senso allora il prolungamento fino a Castelfranco, da un lato, e fino a Cismon, dall’altro.

È chiaro anche il giudizio del presidente della Comunità montana del Brenta, Luca Ferazzoli [a des.], al riguardo. «Trento – afferma – non vuole la Valdastico e, dal momento che la Cassazione ha sentenziato che quell’autostrada si può fare solo se ci sarà il consenso anche dei trentini, va da sé che l’interesse loro si sposta sulla 47, come, fra l’altro, sta facendo il Veneto. Certo però che noi abbiamo battagliato anni per risolvere il problema della stretta di Carpanè e sentire adesso parlare di autostrada non è certo gradevole».

Autostrada Castelfranco-Trento per affiancare la V (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)C’è amarezza nelle parole di Ferazzoli il quale lamenta il silenzio costante della Regione. «Abbiamo tentato più volte di sapere qualcosa di più – ci confida – ma senza alcun risultato». E come sempre accade e come sempre è accaduto (niente di nuovo sotto il sole, o come dice un vecchio proverbio, cambiano i suonatori, ma la musica è sempre la stessa) le popolazioni interessate al passaggio di importanti opere viarie sono sempre le ultime a saperlo, o meglio, lo vengono a sapere a cose fatte, quasi che i problemi di talune scelte non fossero di interesse di quanti vivono in Valbrenta e di quanti dovranno eventualmente subire, in eterno, decisioni che possono fare a pugni con l’ambiente. Gli stravolgimenti al paesaggio vallivo ed il conseguente spopolamento dei paesi e delle contrade, con l’attuale superstrada che ha diviso contrade passando a due passi dalle case, pare non abbiano insegnato nulla.

«Il progetto del tunnel da Pian dei Zocchi a Pove – ci spiega il consigliere regionale Raffaele Grazia [a sin.] – sta in piedi solo se collegato con un asse viario molto importante che, a mio avviso potrebbeAutostrada Castelfranco-Trento per affiancare la V (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)essere la futura Pedemontana, ma per qualche altro potrebbe essere la prosecuzione fino alla statale del Santo».

Certo che se così sarà, in teoria, si dovrebbe aprire un nuovo bando per un diverso project financing. «Così dovrebbe essere – sottolinea Grazia – ma ormai mi sono abituato a non meravigliarmi più di nulla».

Agli amministratori dei Comuni interessati al passaggio della nuova arteria non rimane quindi che attendere, ben sapendo, però, che nonostante le mille promesse di facciata, non spetterà certo loro l’ultima parola e che saranno gli ultimi a venire informati di scelte che, come accade spesso, si trovano a leggere prima sui giornali. Evviva la seconda Repubblica!

nr. 26 anno XVI del 9 luglio 2011

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