mercoledì 3 novembre 2010

Intervento per alluvione 2010

La Squadra Salvamento Fluviale della Protezione Civile di Valstagna

impegnata nel soccorso degli alluvionati a Cresole di Caldogno (Vicenza)




L’allarme in Valbrenta è cessato da qualche ora, qualche ora di riposo per i volontari della Squadra di Salvamento Fluviale dellaProtezione Civile di Valstagna, ed Enrico Lazzarotto chiede agli altri di rendersi disponibili per il soccorso agli alluvionati del vicentino.
In pochi minuti 8 volontari lasciano qualsiasi impegno e danno la loro completa disponibilità: Cesco, Marco,Manu, Alberto, Enrico L8,Gheno, e Ivan che mette a disposizione il furgone del Club di rafting. Galta non è ancora iscritto alla Protezione Civile ma, in pochi minuti, il segretario Davide Moro lo associa al gruppo di volontari.
Marco avvisa la centrale operativa della Protezione Civile di Vicenza e attendiamo l'ok per partenza e destinazione. Nel frattempo tutti preparano le proprie attrezzature di protezione individuale: salvagente, casco, mute termiche, corde di lancio, moschettoni, ecc. Alle 13 arriva il via: destinazione Comando Vigili del Fuoco Provinciale di Vicenza. Ci ritroviamo tutti al magazzino di Carpanè, dove si controllano le attrezzature e si carica il gommone. Pronti alla partenza.


Giunti al comando dei VVFF di Vicenza, Marco, il nostro caposquadra, si presenta per ricevere disposizioni. Dopo poco, destinazione sul punto più critico dell’esondazione del Bacchiglione: Cresole di Caldogno.
Lungo il tragitto in furgone ci cambiamo, non sappiamo esattamente cosa troveremo e vogliamo essere pronti: è il primo intervento della neo squadra. All’arrivo a Cresole ci rendiamo subito conto che la situazione è difficile, Marco si reca al coordinamento e poco dopo ne esce con Giuseppe, uno dei coordinatori, il quale ci spiega che daremo il cambio alla squadra della Protezione Civile di Schio. Infatti troviamo proprio Augusto, che per anni è venuto presso il Centro Nazionale Rafting e Canoa di Ivan Team, ad esercitarsi per diventare soccorritore fluviale. Appena ci vede, ci viene incontro con un sorriso di soddisfazione, lui è li dalle prime ore del disastro. Ci passa il testimone e, assieme a Giuseppe che conosce bene il paese, ci organizziamo per raggiungere le case isolate, in modo da portare aiuto, oltre ad acqua e latte. Siamo pronti per partire in gommone da rafting, ma ci viene spiegato da Augusto che si preferisce la pala meccanica da cava perché ci sono troppi rottami e la corrente è troppo forte. Nel frattempo ci raggiunge lo scavatorista Beppe, arrivano anche l’acqua e il latte, carichiamo tutto sulla pala e portiamo con noi anche un civile che ha la necessità di tornare a casa dal suocero per prestargli aiuto.
Oltre alla consegna di acqua e latte in ogni famiglia, abbiamo il compito di raccogliere richieste di beni di prima necessità: medicinali, ricariche telefoniche e tutto quanto possa rendersi necessario in una situazione di emergenza. Marco rimane al comando con la radio, una radio ad Alberto e ad Enrico per mantenere i contatti con Marco. Saliamo sulla pala meccanica e si parte. Non appena accese le torce, già dopo pochi metri, ci accorgiamo della gravità dei danni dell’esondazione. Strada facendo, manovra dopo manovra di Beppe espertissimo scavatorista, ci muoviamo con cautela lì dove l'acqua non è troppo veloce, con le indicazioni di Giuseppe per raggiungere le vie e le case ancora abitate. È buio e, anche con le torce, non si vede abbastanza, l’acqua è scura e fangosa. Manifestiamo la nostra presenza con i fischietti in dotazione e subito si affacciano alle finestre adulti e bambini: soccorriamo per prima una famiglia di quattro persone, lasciamo 2 litri di latte e bottiglie di acqua, Giuseppe annota le loro necessità, la via ed il luogo della consegna che avverrà l'indomani mattina.
Si prosegue così dalle 18 alle 21. Lo scenario è disastroso: auto capovolte, case in centro abitato investite con violenza dall’acqua, come se fossimo al campo slalom di canoa a Valstagna. Dalle finestre si intravedono auto che, trascinate dall'impeto della corrente, hanno sfondato i muri delle case e sono entrate all’interno. Giuseppe ci spiega che sono bastati solo 12 minuti per trasformare il paese in un inferno: l'acqua ha allagato immediatamente case e negozi, la corrente ha spazzato via tutto. Il Bacchiglione ha rotto un argine a monte di Cresole, creando un invaso di qualche chilometro che, essendo ad una quota superiore di 5 metri rispetto al paese, lo ha inondato all'improvviso. L'acqua si è unita al piccolo canale che scorre a fianco del borgo ed ha provocato tutto questo disastro, si sono formati tre fiumi in tre vie diverse, dove l'acqua scorreva più impetuosa. All'inizio la corrente era talmente forte, ci racconta Beppe, che la pala meccanica, anche se gigantesca, è stata sollevata dalla violenza dell'acqua. Durante i primi interventi, i soccorritori hanno evacuato la maggior parte degli abitanti, ma molti non hanno voluto lasciare le abitazioni.
A conclusione della perlustrazione, Giuseppe e Beppe si guardano l'un l'altro e si dicono, concordi: "Ci sono tanti danni, ma alla fine è andata bene... non ci sono state vittime e feriti gravi".

Questo il rapporto di questa notte, steso da Ivan Pontarollo. La criticità e l'emergenza della situazione sono meglio documentate dalle FOTO che Ivan ha scattato mentre, dalla cabina, raccoglieva le indicazioni di Giuseppe e Beppe e le comunicava agli uomini della sua squadra, usando il linguaggio del River Rescue 3 (protocollo internazionale di salvamento fluviale).


La squadra di Salvamento Fluviale della Protezione Civile di Valstagna è di nuovo all'opera dalle 6.30 di questa mattina, sempre a Cresole, per il soccorso agli abitanti in difficoltà e per la consegna di viveri e dei beni di prima necessità richiesti dagli abitanti.
Una richiesta che è anche un appello: servono soprattutto pompe per togliere l’acqua dalle case, dai garage e dalle cantine per i prossimi giorni.

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